Il granito rosa di Sardegna, noto anche come Rosa Beta, non ha bisogno di molte presentazioni: a parlare per questa pietra così affascinante sono i riconoscimenti ottenuti a livello mondiale.
Nel 2019 conquista l’ambito Global Heritage Stone Resource (GHSR), un titolo conferito soltanto a ventidue pietre al mondo e che riveste un valore culturale, scientifico ed economico di tutto rispetto. Insieme al marmo di Carrara, insignito anch’esso del GHSR, è senza dubbio una delle pietre più importanti a livello internazionale e, al tempo stesso, il simbolo di un territorio affascinante e suadente come quello della Gallura e, in generale, della splendida isola dalla quale proviene.
Il granito rosa, chiamato anche ghiandone, sta alla Sardegna come la Pietà a Michelangelo ma, al pari delle opere del celebre artista fiorentino, questa pietra ha oltrepassato i confini regionali conquistando senza indugi quelli nazionali e internazionali. Date uno sguardo all’argine del Lungotevere a Roma, al Ponte Palatino, alla Borsa di Milano ma anche ai bacini di carenaggio a Malta o al celebre monumento a Bartolomeu de Gusmão a Santos in Brasile: la versatilità permette a questo elemento di vestire i panni del protagonista o quelli di un raffinato comprimario.
La lista delle opere realizzate con il granito rosa non è esaustiva. Manca all’appello il monumento che, secolo dopo secolo, ha incoraggiato i sogni di molti connazionali, ha alimentato speranze, confortato e infuso coraggio: la Statua della Libertà.
Ai più attenti non sarà sfuggito un particolare davvero importante. Il basamento del simbolo del sogno americano è stato realizzato proprio con una parte di granito estratto nell’isola della Maddalena. Una scelta importante, dettata dalle qualità fisiche della roccia ma forse, ci piace pensare, anche per quelle meramente simboliche. Dura, compatta e “granitica”, questa pietra sembra voglia sottolineare che qualsiasi sogno, per volare in alto, ha bisogno di radici e “basi” davvero solide!
Questa pietra rappresenta la carta d’identità della zona nord-orientale della Gallura. Il suo inconfondibile colore, intenso, uniforme e percorso da venature più scure e profonde, riveste le coste frastagliate, le modella e imprime loro un mood inconfondibile.
La Sardegna è sempre stata una delle risorse litiche più importanti per il nostro Paese grazie all’ottima qualità dei giacimenti ma anche a una facilità di estrazione certamente non comune.
Il granito rosa si è trasformato ben presto nella storia stessa dell’isola. Sin dall’epoca protostorica, questa pietra ha rappresentato l’essenza di strutture come i nuraghi o le tombe dei giganti ma è stata utilizzata anche dagli Egizi per la realizzazione di templi e obelischi.
Le cave sono diventate il centro dell’economia regionale ma anche di quella delle singole famiglie.
Verso la fine dell’Ottocento, sul costone nord-occidentale della Maddalena, nasce la Cava Francese dove viene estratto il granito più pregiato della zona. Il flusso di navi mercantili che esportano la pietra in tutto il mondo è inarrestabile. Oggi la cava è in disuso ma è possibile ancora ammirare le case degli scalpellini, i vecchi argani e alcune locomotive.
Amato dai Romani e utilizzato per la pavimentazione e il rivestimento di edifici celebri in tutto il mondo, il granito rosa è una delle pietre più richieste a livello internazionale, grazie alla bellezza ma anche ad alcune caratteristiche fisiche di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo.
Vi diamo un piccolo dato per capire la durezza del granito. Nella scala di Mohs, il granito è al secondo posto dopo il diamante.
Il processo di formazione è davvero affascinante, pensate che ha inizio dal raffreddamento del magma sotto la crosta terrestre e che la sua brillantezza è dovuta alla presenza del quarzo. Attenzione però: la texture e la pigmentazione inusuale sono dovute anche a un mix unico di elementi come, ad esempio, il feldspato e la mica ma anche la magnetite, l’apatite, l’albite e così via.
Il lento raffreddamento conferisce a questa pietra l’elevata durezza ma anche la resistenza agli urti, alle flessioni e alla compressione. Non è un materiale semplice da tagliare e da lavorare ma quella che, a prima vista, sembra una difficoltà si rivela invece un gran pregio.
Il granito rosa di Sardegna resiste alle rotture, ai graffi e agli urti e offre anche un’elevata resistenza al contatto con gli acidi e l’acqua.
Il granito di Sardegna è perfetto nell’edilizia privata sia interna che esterna.
Oggi viene utilizzato per:
Scegliere questo materiale per la propria casa vuol dire regalare agli interni una sfumatura di suadente ricercatezza capace di valorizzare qualsiasi tipo di arredo.
Perfetto per il living moderno e minimalista, il granito rosa, grazie alla sua versatilità, diventa il compagno perfetto di mobili antichi e importanti. Le variazioni cromatiche infatti non sono solo eleganti ma anche dinamiche, tanto da trasformarsi in elementi perfetti anche per gli esterni ma soprattutto per l’edilizia pubblica. Lo testimonia la storia antica ma anche quella attuale perchè questa pietra è utilizzata nelle piazze, nei monumenti e lungo le strade cittadine.
La consistenza a granuli, diversa da quella compatta tipica del marmo, lo rende unico nel suo genere e ideale per dare spazio e libero sfogo alla creatività personale.
Amato dagli artisti e dagli scultori, è particolarmente apprezzata per l’elevata resistenza all’erosione ma anche per la tenacia con cui affronta il tempo che trascorre inesorabile. È proprio per questo motivo che il granito rosa diventa spesso il protagonista unico di opere di pregio come statue e manufatti di elevato valore estetico.
Le finiture del granito rosa di Sardegna sono numerose:
Tutti elementi che ovviamente incidono sul prezzo finale che può variare da 85 a 150 euro al mq.
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